giovedì 16 novembre 2023

Il gioco e i guastafeste

"Ogni gioco ha le sue regole. Esse determinano ciò che varrà dentro quel mondo temporaneo delimitato dal gioco stesso. Le regole del gioco sono assolutamente obbligatorie e inconfutabili [...] Il giocatore che si oppone alle regole o vi si sottrae, è un guastafeste. [...] Il  guastafeste è tutt’altra cosa che non il baro. Quest’ultimo finge di giocare il gioco. In apparenza continua a riconoscere il cerchio magico del gioco. I partecipanti al gioco gli perdonano la sua colpa più facilmente che al guastafeste, perché quest’ultimo infrange il loro mondo stesso. Sottraendosi al gioco questi svela la relatività e la fragilità di quel mondo- del- gioco in cui si era provvisoriamente rinchiuso con gli altri. [...]
Anche nel mondo della grave serietà i bari, gli ipocriti, i mistificatori hanno sempre incontrato più facilitazioni dei guastafeste: cioè gli apostati, gli eretici, gl’innovatori, i catturati dalla propria coscienza.
A meno che, come accade sovente, questi ultimi non creino a loro volta, immediatamente, una nuova comunità con una propria regola nuova. Proprio l’outlaw, il rivoluzionario, il carbonaro, l’eretico hanno una fortissima tendenza a formare gruppo, e quasi sempre hanno contemporaneamente un carattere profondamente ludico".

 Così Johan Huizinga, nel suo Homo Ludens (prima edizione: 1939) tratteggiava la figura del guastafeste, cioè di colui che rifiutando le regole del gioco, mette in moto il cambiamento.

Sì, perché non esisterebbe la storia, non ci sarebbe nessuna evoluzione nelle vicende umane, se non ci fosse qualcuno che si rifiuta di giocare secondo le regole, che ne mette in evidenza l'obsolescenza o l'insensatezza, che richiede regole più giuste e/o più aderenti a una nuova realtà che si è sviluppata sotto la superficie della Storia e che non vede l'ora di germogliare e di fiorire, ma non può farlo se qualcuno non si prende la briga di svolgere lo scomodo ruolo dell'innovatore, di quello che scompiglia le carte, che dà fastidio, che irrita i fautori dello status quo a oltranza.
La storia degli esseri umani e delle loro comunità sarebbe una pozza d'acqua stagnante se non ci fossero questi personaggi.

Evviva i guastafeste!


 

lunedì 8 marzo 2021

Le violenze sottili e la forza gentile delle donne

 

Oggi è l'8 marzo e tutti si affannano a farci gli auguri e a dire quanto le donne siano meravigliose. Domani saremo punto e a capo, dovremo lottare con la disoccupazione, la fatica di tenere insieme famiglia e lavoro (per chi ce l'ha), le discriminazioni, le violenze di tutti i tipi che subiamo ogni giorno in casa e fuori. E se chiederemo aiuto a tutti quelli che oggi ci inviano foto di mimose, difficilmente troveremo qualcuno che ci dà una mano. Dovremo gridare e lottare per ottenere quello che a parole abbiamo già conquistato. Dovremo piangere e soffrire per quelle che non ce la faranno.

Ma se ricordiamo ogni attimo di avere gli stessi diritti di tutti, se riusciamo a capire che dentro ogni donna c'è una forza gentile e invincibile, ce la faremo.

 

venerdì 24 aprile 2020

Tempo e tempi dell'ecofelicità

La pandemia sta cambiando la nostra vita con paura e isolamento, ma ci sta anche costringendo a riflettere per cambiare la nostra relazione con la Natura.
Su Sapereambiente una mia riflessione sull'ecofelicità e i tempi della pandemia:
https://www.sapereambiente.it/opinioni/tempi-naturali-e-tempi-umani-dalla-pandemia-una-lezione-per-lecofelicita/

sabato 23 novembre 2019

Il tempo del coraggio

Cos'è per me #iltempodelcoraggio ?
E' dedicare un intero mese agli alberi perché capisci che un giorno non basta per fare
#changeclimatechange... è lanciare un'idea sapendo che non hai una lira per realizzarla e trovare tutti pronti a darti una mano, dai soci di #LegambienteIschia e Gli alberi e noi - Isola Verde e delle altre associazioni isolane, alla Fondazione Walton e ai Giardini La Mortella, Ischia con Alessandra Vinciguerra, alla Biblioteca Antoniana di Ischia e perfin...o al Comune, con l'Assessore all'Ambiente Carolina Monti che si appassiona all'idea e il Sindaco che vuole piantare mille alberi...

 E' ritrovarti con influenza e febbre nel pieno di questo impegno più grande di te e tenere duro, perché c'è
Pietro Maroè questo straordinario e giovanissimo esperto che viene da Udine, affrontando un viaggio di più di 12 ore, per essere da noi a raccontarci cos'è un albero e come dovremmo trattarlo... e ci incanta, con le sue parole che hanno la forza della verità.

 E' dover rinunciare a essere presente all'apertura del Congresso Nazionale di
Legambiente Onlus perché non hai il dono dell'ubiquità e stai dando precedenza all'Agire Localmente sul Pensare Globalmente...
E' ritrovarti il giorno dopo con febbre e acciacchi vari, ma felice e pronta nonostante tutto a continuare.
Si chiama
#Ecofelicità !

giovedì 31 ottobre 2019

Arrabbiati ed ecofelici

I giovani che lottano contro i cambiamenti climatici o contro l'invasione della plastica nei nostri mari sono tutti corrucciati e ostili? Si lasciano manipolare da chissà chi? Si limitano a declinare in versione ecologica l'eterno conflitto generazionale?
 

Mi domando se chi scrive queste sciocchezze conosca davvero i giovani d'oggi.
Per mesi siamo stati bombardati dalle foto di Greta Thunberg con espressioni corrucciate e sguardi di rimprovero. Ci hanno fatto perfino le barzellette, per lo più becere e di pessimo gusto. Per poi scoprire che Greta sorride come qualunque altra ragazza. 
 
         I ragazzi che scioperano per il clima non lo fanno per ostilità verso il mondo degli adulti né per saltare la scuola. Sono ragazzi come tutti gli altri, preoccupati per il loro futuro e arrabbiati  contro un sistema socio-economico che non li garantisce e scarica su di loro il peso degli errori delle generazioni precedenti. 
 Ma sono anche dei ragazzi speciali, nel senso migliore del termine, perché hanno capito che il vero problema del loro futuro non è quanto potranno guadagnare, ma in che mondo vivranno. Sono speciali perché hanno fatto tesoro di ogni piccolo seme di educazione ambientale gettato in loro quando erano piccoli, come ho potuto personalmente constatare ritrovando, nello sterminato corteo di un Friday for Future, tantissimi ragazzi che avevano partecipato negli anni scorsi a progetti di educazione ambientale o magari soltanto a una giornata ecologica organizzata da Legambiente... e mi hanno riconosciuta, mi hanno fermata "Lilly, ti ricordi...? Hai visto, ci siamo anche noi qui!" con l'orgoglio di dire sto facendo la cosa giusta, non ho dimenticato quello che ho imparato quando abbiamo piantato gli alberi o abbiamo ripulito la spiaggia, sono ambientalista e tale resterò.

PlasticLess
 
Sono speciali perché oltre a bacchettare gli adulti provano a fare qualcosa, come i meravigliosi ragazzi di Plasticless che da molti mesi trascorrono tutte le loro domeniche a ripulire dalla plastica spiagge, scogliere e boschi.

 Ma soprattutto sono speciali perché sono ecofelici. Arrabbiati, sì, ma allegri e alacri nel darsi da fare, con una meravigliosa carica di fiducia e di attivismo. Mediamente molto più ottimisti e sereni dei loro coetanei non impegnati. Se gli domandi cosa pensano del futuro, ti rispondono che è dura, ma "Cià putimm' fà!"


domenica 9 giugno 2019

Il boscovisore dell'armonia

Un PON in un istituto comprensivo di una città impegnativa come Napoli. Il tema erano i parchi urbani e l'importanza del verde in città, ma la scommessa sottesa era quella di riuscire a stabilire una relazione educativa fra i bambini e gli alberi, che hanno tanto da insegnare a tutti  noi.
Il percorso didattico si è snodato fra esperienze sensoriali, giochi didattici, lezioni con slide e brainstorming, fino al contatto diretto con la terra, il giorno che abbiamo piantato alloro, timo e altre piante aromatiche, quando li ho visti passare nel giro di un'ora da "Io forse  sono allergica", "La terra mi fa schifo", "Gli insetti mi fanno paura" a litigarsi le piantine e gli attrezzi: "Ehi ora devo scavare io!", "Piantare il timo tocca a me" e così via, fino a tornare a casa sudati e felici.
 
Una certa litigiosità mi è apparsa subito come una caratteristica distintiva del gruppo, costituito da bambini vivaci, intelligenti e con forti personalità, abituati più alla competizione che alla cooperazione. Questa tendenza non aveva un buon effetto sull'azione didattica, e allora bisognava inventare qualcosa per stimolare i bambini a superarla, a riconoscersi in un risultato conseguito insieme, in qualcosa che fosse "di tutti". La piantumazione andava in questa direzione, ma tornati in classe si riproponevano le stesse competizioni di sempre. E allora...


Mi invento un "boscovisore": un contenitore con fondale nel quale saranno inseriti gli alberi disegnati e ritagliati dai ragazzi, in modo da formare un bosco.
I ragazzi aderiscono con entusiasmo, producendo una grande quantità di alberi diversissimi fra loro... che fatica assemblare il tutto!
 
Ma il risultato, che a fine progetto guardano fieri, dà finalmente un'immagine di armonia:
 
 
anche nel chiuso di un'aula scolastica, gli alberi insegnano a vivere...

domenica 21 ottobre 2018

Rane, scorpioni, empatia e tsunami

 La favola della rana e dello scorpione è una vecchia metafora delle relazioni umane.
Si può riassumere così:
  Uno scorpione chiede a una rana di traghettarlo al di là di un fiume. La rana è dubbiosa: "Non so se posso farlo, e se poi mi pungi?" "Ma sarei uno sciocco a fare una cosa del genere! Se ti pungo e tu muori, anch'io annegherò perché non so nuotare!" 
Rassicurata, la rana prende su di sé lo scorpione e questo, non appena sono in mezzo al fiume, la punge.
"Perché l'hai fatto? Ora moriremo entrambi!" dice disperata la rana. "Dovevo farlo: sono uno scorpione, è la mia natura", è la risposta.
 
 
 
Per molti la morale di questa favola è semplice: non fidatevi degli scorpioni, anzi possibilmente non fidatevi proprio di nessuno.
Ma invece di pensare allo scorpione io vorrei occuparmi della misconosciuta rana. Perché anche lei è, a pieno titolo, protagonista della storia.
E, se è vero che la natura dello scorpione lo porta a pungere e a uccidere, anche a rischio della sua stessa vita, bisogna dire che anche la rana ha una sua natura. La rana è empatica, generosa e solidale e non può fare a meno di esserlo. Non è stupida, sa che gli altri possono ingannarla, eppure è sempre disponibile ad aiutarli. E spesso ci rimette la pelle, ma continua a farlo.
 
A questo punto però la domanda sorge spontanea: Se tutto questo è vero, come mai le rane non sono ancora estinte?
 
 
Semplice. Perché la Natura, che è provvida, ogni tanto manda un'onda di piena che, prima che lo scorpione possa pungere la rana, travolge entrambi. La rana, abituata a nuotare e ad essere sommersa, se la cava e lo scorpione annega miseramente.
Allora forse quando le rane gracidano tutte insieme, stanno pregando per uno tsunami.