sabato 23 novembre 2019

Il tempo del coraggio

Cos'è per me #iltempodelcoraggio ?
E' dedicare un intero mese agli alberi perché capisci che un giorno non basta per fare
#changeclimatechange... è lanciare un'idea sapendo che non hai una lira per realizzarla e trovare tutti pronti a darti una mano, dai soci di #LegambienteIschia e Gli alberi e noi - Isola Verde e delle altre associazioni isolane, alla Fondazione Walton e ai Giardini La Mortella, Ischia con Alessandra Vinciguerra, alla Biblioteca Antoniana di Ischia e perfin...o al Comune, con l'Assessore all'Ambiente Carolina Monti che si appassiona all'idea e il Sindaco che vuole piantare mille alberi...

 E' ritrovarti con influenza e febbre nel pieno di questo impegno più grande di te e tenere duro, perché c'è
Pietro Maroè questo straordinario e giovanissimo esperto che viene da Udine, affrontando un viaggio di più di 12 ore, per essere da noi a raccontarci cos'è un albero e come dovremmo trattarlo... e ci incanta, con le sue parole che hanno la forza della verità.

 E' dover rinunciare a essere presente all'apertura del Congresso Nazionale di
Legambiente Onlus perché non hai il dono dell'ubiquità e stai dando precedenza all'Agire Localmente sul Pensare Globalmente...
E' ritrovarti il giorno dopo con febbre e acciacchi vari, ma felice e pronta nonostante tutto a continuare.
Si chiama
#Ecofelicità !

giovedì 31 ottobre 2019

Arrabbiati ed ecofelici

I giovani che lottano contro i cambiamenti climatici o contro l'invasione della plastica nei nostri mari sono tutti corrucciati e ostili? Si lasciano manipolare da chissà chi? Si limitano a declinare in versione ecologica l'eterno conflitto generazionale?
 

Mi domando se chi scrive queste sciocchezze conosca davvero i giovani d'oggi.
Per mesi siamo stati bombardati dalle foto di Greta Thunberg con espressioni corrucciate e sguardi di rimprovero. Ci hanno fatto perfino le barzellette, per lo più becere e di pessimo gusto. Per poi scoprire che Greta sorride come qualunque altra ragazza. 
 
         I ragazzi che scioperano per il clima non lo fanno per ostilità verso il mondo degli adulti né per saltare la scuola. Sono ragazzi come tutti gli altri, preoccupati per il loro futuro e arrabbiati  contro un sistema socio-economico che non li garantisce e scarica su di loro il peso degli errori delle generazioni precedenti. 
 Ma sono anche dei ragazzi speciali, nel senso migliore del termine, perché hanno capito che il vero problema del loro futuro non è quanto potranno guadagnare, ma in che mondo vivranno. Sono speciali perché hanno fatto tesoro di ogni piccolo seme di educazione ambientale gettato in loro quando erano piccoli, come ho potuto personalmente constatare ritrovando, nello sterminato corteo di un Friday for Future, tantissimi ragazzi che avevano partecipato negli anni scorsi a progetti di educazione ambientale o magari soltanto a una giornata ecologica organizzata da Legambiente... e mi hanno riconosciuta, mi hanno fermata "Lilly, ti ricordi...? Hai visto, ci siamo anche noi qui!" con l'orgoglio di dire sto facendo la cosa giusta, non ho dimenticato quello che ho imparato quando abbiamo piantato gli alberi o abbiamo ripulito la spiaggia, sono ambientalista e tale resterò.

PlasticLess
 
Sono speciali perché oltre a bacchettare gli adulti provano a fare qualcosa, come i meravigliosi ragazzi di Plasticless che da molti mesi trascorrono tutte le loro domeniche a ripulire dalla plastica spiagge, scogliere e boschi.

 Ma soprattutto sono speciali perché sono ecofelici. Arrabbiati, sì, ma allegri e alacri nel darsi da fare, con una meravigliosa carica di fiducia e di attivismo. Mediamente molto più ottimisti e sereni dei loro coetanei non impegnati. Se gli domandi cosa pensano del futuro, ti rispondono che è dura, ma "Cià putimm' fà!"


domenica 9 giugno 2019

Il boscovisore dell'armonia

Un PON in un istituto comprensivo di una città impegnativa come Napoli. Il tema erano i parchi urbani e l'importanza del verde in città, ma la scommessa sottesa era quella di riuscire a stabilire una relazione educativa fra i bambini e gli alberi, che hanno tanto da insegnare a tutti  noi.
Il percorso didattico si è snodato fra esperienze sensoriali, giochi didattici, lezioni con slide e brainstorming, fino al contatto diretto con la terra, il giorno che abbiamo piantato alloro, timo e altre piante aromatiche, quando li ho visti passare nel giro di un'ora da "Io forse  sono allergica", "La terra mi fa schifo", "Gli insetti mi fanno paura" a litigarsi le piantine e gli attrezzi: "Ehi ora devo scavare io!", "Piantare il timo tocca a me" e così via, fino a tornare a casa sudati e felici.
 
Una certa litigiosità mi è apparsa subito come una caratteristica distintiva del gruppo, costituito da bambini vivaci, intelligenti e con forti personalità, abituati più alla competizione che alla cooperazione. Questa tendenza non aveva un buon effetto sull'azione didattica, e allora bisognava inventare qualcosa per stimolare i bambini a superarla, a riconoscersi in un risultato conseguito insieme, in qualcosa che fosse "di tutti". La piantumazione andava in questa direzione, ma tornati in classe si riproponevano le stesse competizioni di sempre. E allora...


Mi invento un "boscovisore": un contenitore con fondale nel quale saranno inseriti gli alberi disegnati e ritagliati dai ragazzi, in modo da formare un bosco.
I ragazzi aderiscono con entusiasmo, producendo una grande quantità di alberi diversissimi fra loro... che fatica assemblare il tutto!
 
Ma il risultato, che a fine progetto guardano fieri, dà finalmente un'immagine di armonia:
 
 
anche nel chiuso di un'aula scolastica, gli alberi insegnano a vivere...